A difesa del presidente De Luca

Bonavitacola: «ecco le proposte della Campania al Governo»

Le idee per un nuovo piano economico e sociale
Girolamo Budetti

A difesa della giunta regionale campana arrivano anche le parole del vicepresidente, Fulvio Bonavitacola: «Dopo lo sforzo regionale (unico esempio in Italia) in occasione del primo lockdown- con un piano socioeconomico di oltre 1 miliardo di euro- era evidente che la Regione non potesse sostenere con risorse proprie il peso dei ristori richiesti da un nuovo lockdown se anche le norme lo avessero consentito. E non lo consentono», attacca Bonavitacola.

Il vicepresidente parla di «una campagna vergognosa di aggressione alla Regione Campania ed al Suo Presidente. Abbiamo assistito al bollettino quotidiano delle falsità, pur di aggredire e denigrare l'azione del governo regionale», attacca Bonavitacola, per il quale si tratta di «accanimento» dovuto al fatto che «dà fastidio l'idea di una Regione che smentisce triti e stantii luoghi comuni».

«Come chiesto dal Presidente De Luca al Governo con nota del 31ottobre occorre agire subito», ricorda Bonavitacola.

«Per le attività economiche occorrono misure di sostegno finanziario alle aziende, ristori per mancati ricavi, bonus per professionisti e titolari di partita IVA. Per l'occupazione, blocco dei licenziamenti, proroga degli ammortizzatori sociali e dei programmi di pubblica utilità, ricollocazione occupazionale del personale appartenente alle diverse platee in campo ambientale e di servizi pubblici. Occorre porre fine alla lunga fase di precariato che si trascina da troppi anni nei confronti di lavoratori socialmente utili che, in prossimità della scadenza delle convenzioni di utilizzazione, hanno legittima aspettativa di stabilizzazione».

«Il nuovo piano socioeconomico dovrà comprendere anche un capitolo per un sostegno straordinario alle vecchie e nuove povertà in fase di emergenza covid, con il pieno coinvolgimento in fase ricognitiva dei fabbisogni, degli ambiti territoriali per le politiche sociali e delle associazioni del terzo settore», conclude Bonavitacola.

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