I “cinque minuti” di De Luca su quel che non va in città

Ivano Montano

I cinque minuti del Presidente. Un lasso di tempo in cui – durante la presentazione del progetto del nuovo Aeroporto di Salerno – De Luca torna ad indossare i panni dello sceriffo, passando in rapida rassegna errori, omissioni, ritardi e criticità della città. Si va dal tappeto di stelle fatto di luci della Stazione Marittima – come voleva Zaha Hadid – non sufficientemente visibile, evidentemente perché andrebbero puliti i fari, alle fioriere al Grand Hotel Salerno: “non ne è rimasta nemmeno una – le parole di De Luca – in compenso c’è il calcare che cola sulle pareti e nessuno avverte almeno la necessità di pulire i vetri”. Poi un avviso a chi di dovere in merito alla nuova destinazione del vecchio tribunale che diventerà una costola dell’Università – “questa pazziella ci costa 250 milioni, vediamo bene come riempirlo, naturalmente non di spazi ma di contenuti”. Infine, una bella randellata sul Parco del Mercatello: “Avevo detto ai progettisti – ha detto il Governatore – datemi la consolazione di riprodurre una cattedrale verticale, decine di alberi che poi si uniscono con le cime a formare una navata. Non ho voluto vedere gli ultimi lavori che avete fatto, eravate partiti con le scienziaterie, ma mantenetevi sobri: è un parco”.

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