A tre giorni dal consiglio comunale fissato per lunedì, e chiamato ad esprimersi sulla mozione di sfiducia firmata da 10 consiglieri comunali di minoranza contro di lui, il sindaco di Scafati, Cristoforo Salvati ha azzerato la giunta.
Da molti la decisione (non la prima del genere da parte di Salvati che già a settembre 2020 aveva compiuto un atto simile) è stata letta come un messaggio a tutti, maggioranza e opposizione.
«Tale decisione – scrive Salvati in una nota diffusa nel pomeriggio – si basa su valutazioni di opportunità politico-amministrative essendo in corso un confronto in maggioranza per verificarne la compattezza, in vista della discussione sulla sfiducia. Non è un atto sanzionatorio».
Intanto, però, retroscena ed indiscrezioni fioccano. Alcuni assessori, segnatamente i 3 dissidenti di maggioranza, ribadiscono che la loro posizione non cambia e che "non è questione di giunta. La questione è stata sempre stata politica di buon governo".
Un comunicato della coalizione di centrosinistra "Insieme per Scafati" aggiunge: «Dinanzi ad una mozione di sfiducia e ad una città in crisi economico-sociale Salvati risponde con l'unica qualità emersa in questi anni: azzera la giunta annunciando l'ennesimo rimpasto. Un sindaco impegnato a giocare a mercante in fiera mentre Scafati non ha risposte e perde opportunità. Il 14 febbraio con maggiore convinzione firmeremo la mozione di sfiducia».
Già, la sfiducia è ad un passo, cosi come il ritorno alle urne.
Peraltro lo stesso sindaco ha detto «Accetterò con serenità l'esito del voto con l'auspicio che chi ha finora condiviso questo percorso amministrativo voglia continuare a farlo con convinzione, senza esitazioni. Per evitare che tutto quanto fatto finora venga vanificato».
