Quella che doveva essere la “sera dei miracoli” si trasforma in una notte da incubo, con un altro finale da horror per la Salernitana: all’Arechi si consuma il “delitto perfetto”, tra sviste arbitrali e la collera che esplode dagli spalti, fino alla sospensione della partita per motivi di ordine pubblico. Tutto fin troppo prevedibile, scontato ma, nonostante le avvisaglie, si è caduti nella grande trappola. Il capolavoro, iniziato con il rinvio dei playout, è terminato sul campo. La squadra, come sempre, non ha brillato, ma certamente si sarebbe raccontata un’altra partita se fosse stato concesso il rigore, netto, per il fallo, evidente, su Soriano, se fosse stato sanzionato il pugno di Meulensteen al pari della mano di Ferrari. Il gol di Coda, servito dall’olandese, novello pallavolista, viene convalidato, quello del difensore granata no. Evidentemente dopo la classifica è stato riscritto anche il regolamento. Dopo una discutibile gestione che arriva al culmine di un mese in cui sono state accumulate rabbia e frustrazione, accade l’inevitabile in un Arechi che era già una bomba ad orologeria. Dopo il secondo gol della Samp ad inizio ripresa, esplode l’ira repressa. Dalla Curva piovono oggetti, petardi, ma soprattutto seggiolini. Doveri sospende al 21’ del secondo tempo, manda le squadre negli spogliatoi, per poi provare a riprendere dopo venti minuti, senza successo. Contestazione dentro e fuori. All’esterno dell’Arechi l’altra parte degli ultras, quella che non si è mai piegata alle decisioni del Palazzo, ha portato avanti la sua protesta dall’inizio alla fine, contestando anche la società granata. Del resto se da un lato c’è stato il “delitto perfetto”, dall’altro la Salernitana si è resa complice, accumulando errori su errori per arrivare a confezionare l’ennesimo disastro sportivo.
Notte da incubo all'Arechi
“Delitto perfetto”: sviste, sospensione e retrocessione
Epilogo disastroso per la Salernitana
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