Il presidente uscente viene confermato alla guida della Federcalcio per il prossimo triennio

Figc, Gravina rieletto con il 73.75%: ora le riforme

Inizia, ora, il periodo delle necessarie riforme
Francesca De Simone

Gabriele Gravina rimane in sella e guiderà ancora la Federcalcio fino al 2024. Nell'assemblea elettiva, il presidente uscente, in carica dall'ottobre del 2018, ha ottenuto il 73,45% dei voti, mentre lo sfidante Cosimo Sibilia si è fermato al 26,25% delle preferenze.

Eletto per la prima volta tre anni fa dopo il commissariamento della Federcalcio Gravina resta al timone della Figc anche nel prossimo triennio e potrà iniziare a giocare 'La Partita per il futuro', titolo della nuova piattaforma programmatica presentata con la candidatura sottoscritta da Lega Serie A, Lega Serie B, Lega Pro, AIC e AIAC che hanno votato per lui. L'AIA è rimasta neutrale e la Lega nazionale dilettanti ha votato per Sibilia.

“Noi siamo il calcio, siamo quelli che sanno di rappresentare la passione di milioni di italiani e adesso è il tempo di allacciare gli scarpini e di iniziare a giocare”, ha detto Gabriele Gravina ringraziando l'Assemblea della Figc che lo ha riconfermato presidente. “Non potevamo fermarci, non dovevamo fermarci, non ci fermeremo. Questo è il mio primo ed unico pensiero. Potevamo essere un segnale positivo per gli italiani, abbiamo rappresentato un primo segnale di ripartenza dura e dolorosa e non ci siamo tirati indietro facendo sacrifici”.

Si guarda ora al futuro e alle riforme. A tal proposito a Salerno si aspetta sempre quella relativa alla multiproprietà che dovrà essere inserita nell'agenda di Gravina. Intanto il multipatron Claudio Lotito rimane in Consiglio Federale, come rappresentante della Lega di A. Il presidente della Lazio e co-proprietario della Salernitana era tra i pochi a non aver sostenuto la candidatura di Gravina, il quale dopo la rielezione ha precisato: «Il risultato elettorale dice che il calcio deve stare insieme, voglio ricomporre le lacerazioni nel rispetto del lavoro delle singole componenti, no a interessi dei singoli». Chi ha orecchie per intendere, intenda.

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