La storia meriterebbe di essere raccontata da Eduardo De Filippo, maestro delle tragicommedie napoletane. Un anno fa, Salernitana e Frosinone scendevano insieme dalla Serie A, consolandosi a vicenda con i milioni del “paracadute”. Oggi, quel commiato fraterno si è trasformato in un duello all’ultimo sangue: lunedì all’Arechi e il 26 maggio allo Stirpe si giocheranno l’ultimo posto utile per non sprofondare in Serie C. Venticinque milioni alla Salernitana, dieci al Frosinone. Tanti soldi spesi male, progetti mal concepiti, promesse non mantenute. Quella che doveva essere una parentesi di transizione si è rivelata l’anticamera di un nuovo inferno. La Salernitana ha vissuto un’annata da incubo, trovando una parvenza di identità solo nelle ultime battute con Pasquale Marino. Il Frosinone, dal canto suo, ha oscillato tra momenti di illusoria sicurezza e crolli improvvisi. La “cura Bianco” è stata un fuoco di paglia, lasciando la squadra in balia delle correnti. Quella che doveva essere una stagione di assestamento rischia di trasformarsi nella peggiore delle condanne. L’appuntamento di lunedì all’Arechi avrà il sapore amaro di un esame di coscienza. Due squadre che si presentano con bilanci disastrosi, progetti falliti e tifosi esasperati. La Salernitana prova a credere nella sua ultima metamorfosi e si aggrappa a chi non l’ha mai tradita: i suoi tifosi
Dalla beffa del paracadute allo scontro per la sopravvivenza
Salernitana – Frosinone, il dramma in due atti
Due mondi paralleli, un solo posto in B
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