“In settimana abbiamo provato tutte le loro fasi di gioco simulando la gara in allenamento per affrontarli al meglio, in fase di possesso abbiamo la nostra fisionomia e dobbiamo lavorare per recuperare la palla nel minor tempo possibile”. Andatelo a spiegare, ora, a mister Marino che ha perso solo tempo. Comunicategli che, forse, la Salernitana non sfiderà più il Frosinone, bensì la Sampdoria. E avvisatelo che, forse, la serie play out non si giocherà più a maggio, bensì ad inizio giugno. Ah, e ricordategli che la Salernitana non potrà fare nulla per trattenere i calciatori che dovranno rispondere alle chiamate delle rispettive nazionali, da Lochoshvili a Bronn, passando per Stojanovic, Wlodarczyk (fuori dai radar) e, magari, anche per qualche azzurrino, tra Amatucci, Corazza e Tongya. Vedete come la prenderà. Ve lo possiamo garantire, la prenderà molto male. Ma ora, nonostante la situazione surreale venutasi a creare, sta proprio all’allenatore blindare il gruppo, tenere alto il morale, evitando di vanificare gli effetti benefici della vittoria di Cittadella, e tenere tutti sul pezzo, per evitare cali di tensione dettati dall’incertezza. Certo, sarebbe semplicemente “normale”, sapere con chiarezza chi e quando la Salernitana dovrà affrontare ai play out (sempre che si facciano), confidando nel buon senso di tutte le componenti, che in realtà non ne hanno dimostrato molto, negli ultimi mesi di questo campionato di Serie B. Nel frattempo, quello su cui si potrà lavorare è l’aspetto fisico, per livellare lo stato di forma della truppa, e quello che la Salernitana dovrà fare, indipendentemente dalle caratteristiche dell’avversario, quando è in possesso palla, per cosentire anche a chi non ha inciso finora di poter essere determinante.
Il compito di blindare la truppa spetta a mister Marino
Salernitana, gruppo squadra disorientato
Il trainer granata aveva preparato nel dettaglio la sfida col Frosinone e ora deve ricominciare d'accapo
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