Potrebbe concludersi nel peggiore dei modi una stagione partita male in estate

Salernitana, serve un miracolo per evitare la serie C

A Iervolino il compito di rilanciare il club, in ogni caso
Alessandro Ferro

E’ finita si dice alla fine ma questa fine per la Salernitana sembra segnata dall’inizio. Dall’estate scorsa, quando Iervolino pensava solo a vendere la società invece di sviluppare un vero e forte programma di rilancio dopo la vergognosa retrocessione dalla serie A con record negativo di punti della storia del calcio italiano. Aveva i mezzi economici per farlo ma non l’ha fatto, anzi. Saltate come pop corn tutte le possibili cessioni del club, Iervolino ha stilato un altro programma, quello del massimo recupero dei soldi attraverso un calciomercato fatto di cessioni, di arrivi in prestito e di una gestione volta esclusivamente al risparmio. Altro che rilancio! No, non è questa la fine che meritano i tifosi della Salernitana che l’anno scorso come questo (e come sempre) non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, nonostante mortificazioni e delusioni continue. Con la Sampdoria i giocatori sono stati protagonisti di una prestazione indegna e sono senza dubbio responsabili di una stagione ampiamente deludente e negativa. Ma non bisogna spostare l’obiettivo principale che era e resta puntato sulla società. E non lo diciamo da oggi o da ieri. Iervolino ha il dovere di risollevare la Salernitana che, è bene ricordarlo, ha preso in serie A per dieci milioni di euro. In tre anni l’ha portata ad un passo dalla serie C. Per evitare la retrocessione ora serve un miracolo. Da realizzare con l’aiuto dei risultati degli altri campi. Ma stiamo vedendo, come insegna anche la storia, che sotto questo aspetto raramente arrivano buone notizie.

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