Ho scelto di restare a Salerno perché tutto quello che ho vissuto è stato bellissimo

Sousa: “Dia? Servono i suoi gol per salvarsi”

Dal punto di vista sportivo so che dobbiamo salvarci. Poi viene il resto
Michele Masturzo

Paulo Sousa parla in conferenza stampa nel primo giorno di ritiro a Rivisondoli.

Il mister affronta vari temi tra cui il contatto con De Laurentiis: “Quello che mi rattrista – dice Sousa –  è vedere diversi seminare odio. L’accordo che mi ha proposto la Salernitana era sulla base di una salvezza. Poi venivano gli altri punti che consentivano alla società di confermare un accordo biennale entro il 10 giugno. Poi c’era un’altra parte dell’accordo che mi permetteva di parlare fino al 20 giugno con altre società. Io ho parlato con tre società italiane, una francese. Ho avuto offerte tramite il mio procuratore da Emirati Arabi, da Qatar e Arabia Saudita. Ma sono voluto restare a Salerno perché credo nel progetto.

Ho scelto di restare a Salerno perché tutto quello che ho vissuto è stato bellissimo. Se vado nel mio passato è difficile trovare un insieme di cose che ho vissuto in questi quattro mesi a Salerno. Di conseguenza ho scelto di restare qui, sono felicissimo, nonostante le difficoltà che ci saranno sempre.

Cosa può dare alla Salernitana partendo dal ritiro? Con la società abbiamo condiviso la nostra idea del progetto: dobbiamo essere competitivi su tutti i campi, giocare sempre al massimo per conquistare la salvezza.

Cosa si aspetta dal mercato e in quanto tempo? La priorità è stata sempre mantenere i calciatori che mi davano fiducia. Abbiamo perso Piatek e Vilhena, in questi due ruoli dobbiamo intervenire quanto prima. Vi avevo detto che, secondo me, servono esterni alti: sicuramente si interverrà in questa zona di campo. Per un allenatore individuarli quanto prima e averli a disposizione è meglio perché possiamo lavorare nello specifico. Oggi possiamo lavorare più sul generale. Sarà l’ultima volta che io parlo di mercato, successivamente ne riparlerà il direttore.

Ha già avuto modo di parlare con Dia? Il presidente. Ha fatto uno sforzo importante per riconfermare calciatori in cui crediamo come Ochoa, Dia e Pirola. Con Dia ancora non ho parlato, avremo occasione di farlo durante il ritiro. Lo farò con tutti. Dia è un giocatore che ha avuto un infortunio al ginocchio, è stato operato. Questo comporta tempo, dobbiamo procedere per step. Vogliamo averlo più pronto possibile per darci una mano. Per come vedo io il calcio è un ragazzo che si diverte, gli piace, può giocare più di un ruolo. Ha fatto una stagione strepitosa e vogliamo che si ripeta.

Mazzocchi può agire da esterno alto? Per me Mazzocchi è un esterno lineare, può fare l’esterno alto soprattutto quando la squadra riesce a stare più a lungo possibile nella metà campo avversaria. Daremo continuità alla difesa a tre con sviluppi dinamici diversi. Speriamo che il mercato ci consenta di lavorare su determinate cose per poter sviluppare sia la difesa a tre che la difesa a quattro.

L’obiettivo di questa stagione? “L’obiettivo è restare in Serie A. Dobbiamo creare una base di giocatori, provare ad alzando il valore, per raggiungere questo obiettivo. Dobbiamo sapere con realismo quello che siamo e che obiettivo vogliamo raggiungere, seguendo una strada. Nel progetto, prima del presidente e noi, c’è la città che deve rendersi conto della propria importanza, senza farsi condizionare. I momenti difficili arriveranno, i tifosi devono esserci sempre, essendo orgogliosi di competere ai livelli a cui sono stati abituati”.

Si riparte dalla difesa a 3? “Sicuramente andremo sulla strada della continuità, ma spero che il mercato possa portare in dote calciatori che ci permettano di lavorare anche con una difesa a 4. Cosa che è accaduta anche in diverse gare della scorsa stagione. Io lavorerò con tutti, a partire dai portieri e dai difensori che vogliono costruiscano dal basso anche sotto pressione”.

Il 20 agosto sarà trasferta a Roma, poi calendario in avvio abbordabile e sul finale difficile… “Per una questione fisica non mi sentirete mai parlare di Salernitana non pronta atleticamente. La mia metodologia di lavoro è uguale dall’inizio alla fine. Certo, ora possiamo integrare qualcosa sotto il profilo di intensità e volume, ma il micro-ciclo grossomodo è uguale. Il discorso si estende al completamento della rosa: da questo dipenderà la capacità di essere subito competitivi sin dall’inizio della stagione”.

Iervolino è ambizioso, lei è un allenatore ambizioso, la città è ambiziosa. Qual è il suo reale obiettivo? “Dal punto di vista sportivo so che dobbiamo salvarci. E’ importante creare una base di rosa che ti permetta di mantenere certi livelli e di difendere la categoria. Ci vuole realismo e dobbiamo ricordare chi siamo. Il percorso è progressivo e passa dal consolidamento. Il presidente ha salvato questa società e ha investito, poi c’è la città e deve rendersi conto di quanto può incidere in questo processo. Non voglio che i tifosi siano condizionati da quello che leggono o da quello che sentono, basterà testimoniare il loro amore soprattutto nei momenti più difficili. E chi ama ci sarà, in casa e fuori, per aiutarci. Noi dobbiamo renderli orgogliosi di competere a certi livelli, superiori a quelli a cui erano abituati”.

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