Tutti gli atranesi ricordano dov’erano e cosa stavano facendo il 9 settembre 2010, quando un piovoso giovedì pomeriggio si trasformò in uno scenario di distruzione e terrore.
A 13 anni di distanza, alla presenza delle autorità civili e religiose del borgo e di Raffaele Mansi, papà di Francesca, l’unica vittima di quell’alluvione, Atrani ricorda quel drammatico giorno con una cerimonia in piazza Umberto I – luogo simbolo del disastro e dove le opere Sirena di Franco Raimondi e Resilienza di Giuseppe Pirozzi custodiscono la memoria e il coraggio del borgo nell’affrontare quotidianamente la sfida di proteggersi dai rischi a cui la sua fragile bellezza la espone.
Tanto è stato fatto per la mitigazione del rischio idrogeologico, in questi anni, ma tanto resta ancora da fare per garantire alla popolazione residente ed ai numerosi ospiti, che affollano il borgo non solo durante i mesi estivi, la massima sicurezza: è stato predisposto un piano comunale di Protezione Civile, con esercitazioni fatte assieme alla popolazione, che prevede una precisa segnaletica delle vie di fuga da seguire in caso di allerta.
Grande attenzione è stata data al monitoraggio dell’alveo del fiume, con l’implementazione della sorveglianza dei livelli del Dragone con sensori ed un sistema di allerte sonore crescenti, con altoparlanti installati in diverse zone del paese.
Per quanto riguarda le vasche borboniche, è stato aperto un’ulteriore foro della facciata di una vasca per evitare che, in caso di forti piogge, le stesse si riempiano eccessivamente; grazie al Genio Civile ed ai finanziamenti ricevuti sono stati sfalsati a 45 gradi i denti delle briglie a pettine collocate nei pressi della vasca in direzione Pontone-Scala per migliorare il deflusso delle acque del torrente.”
Gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico da fare sono ancora molti e strutturali” tra cui la realizzazione delle “aree sicure per il parcheggio” e il “canale di by-pass del torrente Dragone”.