Criminalità: tra i rapinatori, anche dei “disperati”

Ivano Montano

Salerno non è Napoli, certo, ma è anche esercizio inutile mettere a confronto due realtà assai diverse, soprattutto per numero di abitanti. Manco ci proviamo a fare proiezioni basate su calcoli statistici, sappiamo solo due cose: che le forze dell’ordine stanno facendo il loro lavoro, ordinario e straordinario, assicurando alla Giustizia un bel po’ di malfattori, ma sappiamo anche che sono diventati troppi, nonché reiterati a cadenza quasi quotidiana, gli atti delinquenziali. In sostanza, Salerno sarà pure una città sicura ma l’escalation di furti e rapine è sotto gli occhi di tutti. Quando sono i numeri a parlare, si dice “la matematica non è un’opinione”. L’allarme è reso ancora più squillante dalla facilità con cui certi soggetti si procurano pistole senza essere in possesso di porto d’armi. Segnali di fumo da arma da fuoco che non possono e non devono passare sotto traccia, visto che è capitato due volte nel giro di una settimana che i gestori dei locali presi di mira hanno reagito, sventando la rapina, per poi ammettere di aver avuto paura: “e se sparava?”. Un punto di domanda che non può, non deve restare appeso: in giro ci sono delinquenti armati e con loro anche dei disperati che magari hanno perso il lavoro, hanno perso il reddito di sostegno e si improvvisano rapinatori, trovando la risposta – altrettanto disperata – di chi cerca di portare avanti e difendere coi denti un’attività commerciale in momenti tutt’altro che floridi dal punto di vista economico. Dalla crisi economica alla crisi di nervi, il passo è breve.

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