Addio a Orazio Boccia

Francesca Salemme

Addio all’imprenditore salernitano Orazio Boccia, padre di Vincenzo, presidente di Confindustria dal 2016 al 2020 ed attualmente presidente dell’Università Luiss Guido Carli.
Lo «scugnizzo», come si definì in un libro, cavaliere del Lavoro, fondatore visionario delle Arti grafiche Boccia, azienda gestita con i figli Enzoe Maurizio.
Nato a Salerno, nel 1932, da una famiglia di origini modeste («secondogenito e unico maschio di cinque figli, fin da piccolo ho imparato l’arte del digiuno», scriveva), il padre morì di tetano (e fu seppellito in una fossa comune) quando aveva undici anni: venne rinchiuso in un orfanotrofio detto “il serraglio”.
Un uomo abituato a lottare, dunque, ma sempre con il sorriso.
Il classico self made man, ma, come tutti coloro che “nascono dal nulla”, ha una vita alle spalle fatta di battaglie quotidiane per l’esistenza, aneddoti dove affiorano spesso elementi tra il comico e il drammatico, “sliding doors” dove una scelta, a volte anche il caso, determina il successo o l’insuccesso di una persona, per quanto valorosa».
Fedele a quanto gli aveva detto il papà Vincenzo prima di morire: ora sei tu l’unico maschio, il capofamiglia, si diede da fare. Eccome. Fondando appunto la sua azienda, nel 1961.
Da allora un esempio di impresa familiare con uno sguardo teso al futuro : con l’introduzione di criteri di conduzione manageriali moderni e il consolidamento dell’innovazione con il conseguente acquisto di macchinari d’avanguardia, spesso prime installazioni assolute in Europa. E poi la diversificazione produttiva e l’apertura di sedi commerciali all’estero, in Francia, Inghilterra, Nord Europa.

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