Amore che uccide: l’inferno di chi resta

Ivano Montano

I sogni di una adolescente nella serenità della sua cameretta, l’incubo che prendeva forma in un’altra stanza, nello stesso appartamento. Dopo la tragedia, il dramma infinito di un’altra orfana, ennesima vittima incolpevole e inconsapevole. Era a letto, dormiva, la ragazzina mentre di là stava accadendo l’irreparabile. Al risveglio, non ha trovato la mamma e il papà e non li troverà più. Lei, come tanti altri. Bambini o già grandi, rappresentano quel che resta di un attimo di furia devastante, di un raptus improvviso o di scellerati piani messi a punto e portati a termine con lucida follia. Nemmeno stavolta, l’amore per i figli o quantomeno il senso di responsabilità nei loro confronti ha preso il sopravvento sull’odio, su rancori incancreniti o impeti di gelosia. Nemmeno stavolta, prima di afferrare un’arma si è pensato un attimo a loro, ai bambini, a chi resta. In quasi tutti i femminicidi che stanno allungando l’atroce lista nel salernitano, le vittime sono madri. E’ questa la tragedia che rende ancora più insopportabile questo inferno.

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