Il Governo Meloni vara il nuovo “Decreto Sicurezza”

Ivano Montano

Tra le nuove “tutele” per le forze dell’ordine, il diritto a portare con sé un’arma diversa da quella di ordinanza quando non si è in servizio trova subito l’opposizione netta – oltre che della minoranza – del Libero Sindacato di Polizia che in una nota afferma: “L’Italia non è l’America, non abbiamo bisogno di sceriffi”. Discussione già calda. Per il resto, si punta ad un inasprimento della pena per chi commette reati quali violenza, minaccia, resistenza e lesioni nei confronti degli agenti e un aumento di pena anche per chi “imbratta o deturpa” beni mobili e immobili “adibiti all’esercizio di funzioni pubbliche”. In tema di nuovi reati, istituito quello di rivolta in carcere o nei centri per migranti, con nuove pene previste anche per chi istiga la rivolta all’esterno delle strutture. In più, il blocco stradale, tecnica di protesta non violenta usata spesso dagli ambientalisti, passa da illecito amministrativo a reato quando commesso da più persone, con una pena innalzata dai sei mesi ai due anni di carcere, ed esteso anche alle ferrovie. Previsti poi dal nuovo pacchetto di misure di sicurezza l’arresto “obbligatorio in flagranza” per chi truffa gli anziani, con pene aumentate da 2 a 6 anni, e sanzioni per chi impiega i minori per chiedere elemosina o li istiga a farlo. Ulteriori inasprimenti delle pene riguardano le occupazioni abusive, con pene dai 2 ai 7 anni di carcere, e chi scrive sui muri, con pene fino a un anno di carcere e fino a 3 per condotta recidiva. Sarà stanziato un miliardo e mezzo di euro per i rinnovi contrattuali del personale in divisa. Prima di poter essere operative, tutte le misure elencate dovranno naturalmente passare al vaglio del Parlamento, dove però i partiti di governo contano su una larga maggioranza.

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