Il mondo dello sport fronteggia l’emergenza Influenza A

Redazione

Il mondo dello Sport si mobilita per affrontare il rischio relativo all’influenza A. Dopo i casi verificatisi in Spagna (cinque giocatori del Betis presentavano i sintomi), in Francia (dove la sfida tra Marsiglia e Paris Saint Germain è stata rinviata perché alcuni giocatori di quest’ultima squadra avevano contratto il virus), in Inghilterra (dove molti giocatori di Blackburn e Bolton, che si erano affrontate pochi giorni prima, sono stati messi in isolamento), anche in Italia una società fa i conti con l’H1N1. E’ la Lucchese, formazione di Seconda Divisione, che milita nello stesso girone della Nocerina: prima 5 calciatori, poi altri 3 nel giro di due giorni, hanno accusato i sintomi della cosiddetta suina e sono stati lasciati a casa, a riposo in attesa dell’esito degli esami. Mentre in Inghilterra è stato vietato ai calciatori di sputare in campo, visto che secondo gli esperti il virus H1N1 si trasmette con maggiore facilità attraverso la saliva, domani presso il Ministero del Welfare è in programma un incontro diretto tra il viceministro alla salute Ferruccio Fazio e Gianni Petrucci, presidente del Coni. Riunione alle 11, e a seguire altro incontro con Enrico Castellacci, medico della nazionale, ma convocato al ministero in qualità di rappresentante della Lamica, associazione dei medici sportivi del calcio. Ancora non è stato convocato Abete, presidente della Figc. Per il momento l’Italia prosegue sulla linea della cautela: la Federazione Medico Sportiva precisa che non c’é pericolo che lasci pensare a una via privilegiata per i calciatori, l’influenza A/H1N1 “non presenta di per sé gradi di elevata pericolosità per la salute, soprattutto in soggetti sani ed in piena efficienza fisica, quali gli atleti, tale da giustificare un allarmismo specifico nello sport diverso da quello che riguarda l’intera popolazione”. L’unica eccezione potrebbe essere fatta per gli atleti olimpici impegnati a febbraio per Vancouver 2010.

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