La sconfitta del calcio? No: la sconfitta della civiltà

Ivano Montano

La calata degli Alemanni, distruttivi come gli Unni, capeggiati da nessuno e spinti da chissà quali istinti primordiali. In centinaia, privi di biglietto ma armati di birre da bere per poi trasformarle in molotov. Son venuti giù comodamente, manco fossero turisti, senza trovare uno straccio di controllo preventivo e lungo il percorso verso Napoli hanno raccattato rinforzi per la loro missione di guerriglia. Tifosi dell’Atalanta, reclutati manco fossero mercenari della Legione Straniera. A quei bergamaschi, in particolare, va assegnata di sicuro la medaglia d’oro dell’idiozia, oltre che dell’ingratitudine, visto che furono proprio i campani tre anni fa i primi ad esprimere cordoglio e vicinanza nei confronti dei cittadini di Bergamo, città che fu letteralmente travolta, sterminata dal covid. Ma lasciamo perdere, tanto la parola “grazie” sta quasi per andare in disuso. C’è da chiedersi e da chiedere a chi di dovere, piuttosto, come mai sia stato consentita un’invasione del genere, che solo per fortuna non ha causato danni ben più seri, tra le vie di Napoli, dove c’erano famiglie con bambini e anziani a passeggio, dopo i fatti del 2018, quando gli ultras dell’Eintracht tentarono di devastare Roma prima della partita contro la Lazio. C’era il precedente, c’era l’obbligo di fermarli, perché era stata loro vietata la trasferta, c’erano tutti i presupposti per evitare una tragedia sfiorata. In ultima analisi, sarebbe stato meglio lasciar entrare le bestie allo stadio, sotto stretta osservazione delle forze dell’ordine, piuttosto che lasciarle libere, allo stato brado, in città. E’ la sconfitta del calcio, dice qualcuno. Invece no, è molto peggio di quanto asserisca la frase fatta: questa è la sconfitta della civiltà.

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