Pressing della Azzolina sul Governo: tra i banchi il 9 dicembre

L’istruzione può attendere

Riaprire per poi richiudere per Natale. Che senso ha?
Ivano Montano

La Ministra Azzolina porta avanti la tesi a rullo compressore, travolgendo anche le giustificate riluttanze del Premier Conte, che proprio ieri dalla Spagna ha praticamente dato l'ok alla ripresa delle attività didattiche in presenza dal 9 dicembre, facendo storcere la bocca non solo a famiglie giustamente preoccupate ma anche ad esperti che fin dal primo momento hanno sempre richiamato tutti alla massima cautela, come il Professor Massimo Galli che ha manifestato la propria contrarietà senza troppi giri di parole: "la percentuale dei positivi sarà anche in calo ma i decessi sono in crescita, così come non si affievolisce la pressione sulle terapie intensive. Non ha senso riaprire le scuole fino a quando non si è in veramente in condizioni di garantire tutto il resto, a cominciare dai trasporti".

Sul fatto che la Dad sia solo un surrogato della scuola non ci piove, ma non ci piove nemmeno sul fatto che non tutti gli istituti sono adeguati e pronti per un nuovo modo di fare lezione, insieme ma distanti. In tanti casi, mancano uomini e strutture, ovvero docenti e banchi monoposto, in diverse realtà le aule sono sgabuzzini, prive finanche di finestre. Ma, soprattutto, lo abbiamo detto e lo ripetiamo, ci sembra un rischio inutile riaprire per poi richiudere due settimane più tardi per le vacanze di Natale. In alcuni comuni, hanno già deciso di riaprire dopo l'Epifania. A nostro avviso, non è la scelta migliore, di più: è l'unica scelta da fare.

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