Disposto anche il test del Dna

Neonata uccisa a Roccapiemonte, nell’appartamento arrivano i Ris di Roma

La Procura di Nocera Inferiore dispone ulteriori indagini per verificare le dichiarazioni del presunto padre
Simona Cataldo

Approfonditi accertamenti nell'appartamento, il test del dna e una serie di interrogatori. Sono i tre passaggi che si spera possano far luce sulla tragica fine della neonata Maria, trovata senza vita nel cortile del parco residenziale di via Roma a Roccapiemonte. Le indagini della Procura di Nocera Inferiore sono solo all'inizio. Dopo i primi rilievi effettuati nella stessa serata del ritrovamento della piccola, il procuratore capo Antonio Centore ed il sostituto Roberto Lenza, hanno disposto altre indagini, soprattutto dopo le dichiarazioni rese dal presunto padre della bimba.

L'interrogatorio

Il 47enne, tornato in libertà sabato pomeriggio, ha dichiarato di essere quasi certo di non essere il padre della neonata e di non sapere che la moglie fosse incinta. L'uomo, ha inoltre chiarito i problemi psichici della donna e molto ha detto anche sulla loro relazione, interrotta e poi ripresa lo scorso mese di gennaio, data che, stando alle testimonianze dei vicini di casa, segna anche la totale chiusura della donna, mai più vista dai condomini in strada o sul balcone. Il 47enne ha poi detto di non essersi neanche accorto del parto della donna, avvenuto in casa. Da chiarire, inoltre, è il tempo trascorso tra la nascita della bimba ed il ritrovamento in strada. I medici che ha visitato in ospedale la donna, hanno riferito di un parto risalente a 24-36 ore prima. Il marito ha raccontato che la moglie avrebbe avuto perdite di sangue già dal 31 agosto e che lui stesso avrebbe provveduto a rimuovere tracce ematiche dal davanzale della finestra del bagno.

Le indagini

Sono tanti, insomma, i nodi da scogliere per accertare pienamente le responsabilità della coppia. Le indagini ripartono dall'appartamento, ora sotto sequestro, dove in settimana arriveranno gli uomini del Ris di Roma per trovare tracce e dare risposte. Si procederà, inoltre, con il test del dna per verificare le dichiarazioni del 47enne. La verità potrebbe arrivare anche dalla testimonianza del primogenito della coppia.

Le certezze

Il dato certo è che a provocare la morte della bimba, nata viva, sia stato un trauma cranico legato all'impatto avuto con il suolo. La madre, da tempo in cura per problemi psichici, è in carcere con l'accusa di omicidio.

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