Erano più di duecento le persone che, nonostante il gelo, hanno condiviso ieri sera un momento di unità, condivisione, fraternità, in Piazza della libertà, intorno alla lampada avvolta dalla bandiera della pace. Una preghiera interreligiosa a quattordici voci. L'arcivescovo Bellandi ha pregato con le parole di Papa Francesco: «Donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace», a Hedi Mohamed Khadhraoui, imam di Battipaglia; da Giuseppe Palatucci e Lucia Sabatino dell'Istituto buddista italiano Soka Gakkai a padre Damiano Romano, abate del monastero ortodosso dei Santi Cosma e Damiano di Montecorvino Rovella con lo ieromonaco Raffaele Romano; da Rodolfo Palma, rappresentante della comunità cattolica filippina a padre Antonio Squitieri, sovrintendente per la Campania delle Chiesa valdesi e metodiste; dal pastore Franco Mayer della Chiesa metodista di Salerno all'archimandrita Gabrieli Michael Gurtskaia della diocesi dell'Europa occidentale del patriarcato della Georgia; da Silvio Cossa, della comunità internazionale Bahá'í ad Anna Malus, rappresentante della comunità cattolica polacca; da Pasquale Gigante, pastore emerito della Chiesa cristiana Evangelica di Oliveto Citra a padre Bogdan Filip della parrocchia ortodossa romena di Salerno e provincia; da Singh Amandeep del tempio Sikh di Battipaglia a padre Ivan Boryn, cappellano della comunità greco-cattolica ucraina di Salerno. Le voci dei singoli rappresentanti delle varie chiese e confessioni religiose diventano una soltanto, alla fine, quando tutti insieme recitano una parte del discorso che Papa Giovanni XXIII rivolse ai governanti della terra e a tutti gli uomini di buona volontà per scongiurare la guerra atomica, conseguenza della crisi di Cuba tra Stati Uniti e Unione Sovietica.
Tutti insieme hanno recitato una parte del discorso che Papa Giovanni XXIII fece nel 1962 per la crisi di Cuba
Preghiera interreligiosa per l’Ucraina
Quattordici tra chiese e confessioni diverse riunite in Piazza della Libertà
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