Sanità: De Luca “chiama” i sindaci alla battaglia politica

Ivano Montano

Dopo la chiusura del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Battipaglia, tutto un susseguirsi di chiusure e accorpamenti come per il reparti di Chirurgia e Urologia del presidio di Eboli, il rischio di chiusura dell’unità di Ortopedia, ancora a Battipaglia, dopo la definitiva chiusura dell’Ortopedia di Roccadaspide dove la forza lavorativa sta tutta in un solo medico in servizio ambulatoriale che, poverino, può farsi in quattro per prendersi cura dei pazienti ma non può fare miracoli. Nosocomio fa rima con manicomio, i pazienti non sanno più a che santo votarsi, i viaggi della speranza sono più brevi ma sempre viaggi sono, visto che diverse comunità in pratica non hanno più un ospedale di riferimento territoriale e per un ricovero parte il gioco dei quattro cantoni. In sede regionale si lavora per scongiurare la chiusura dei punti nascita che non hanno raggiunto i 400 parti annuali, in tal senso già investito del problema il Ministero della Salute con l’ennesima lettera inviata nel gennaio scorso, ma il Presidente De Luca vorrebbe man forte da parte dei sindaci, chiamandoli a raccolta per unirsi a quella che è una battaglia di civiltà che riguarda tutti, nessuno escluso. “Sulla Sanità sto combattendo da solo – ha detto ieri – siamo ridotti al punto che fra poco non avremo il personale sufficiente per fare i turni del Dea di secondo livello di Salerno, come a Battipaglia, Nocera Inferiore e Vallo della Lucania, non sappiamo più come coprire i turni nei pronto soccorso ma al Governo tutto questo non interessa”, ricordando un dato che pesa come un macigno: nei nostri ospedali, abbiamo 15mila dipendenti in meno rispetto alla media nazionale.

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