Con lui condannata anche Tiziana Cascone. Tutti gli altri assolti

Sette anni, 7 mila euro di multa e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per monsignor Scarano

Con rito abbreviato era stato condannato anche Carmine Malangone
Francesca Salemme

Concorso in riciclaggio per denaro dalla dubbia provenienza: 7 anni, 7 mila euro di multa e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per l'ex capo contabile dell'Apsa Nunzio Scarano.

Un'inchiesta scattata nel 2013, che portò la procura di Salerno ad accertare presunte false donazioni provenienti da società offshore dei D'Amico transitate su conti Ior intestati a Scarano e che secondo il pm Elena Guarino, sarebbero servite a coprire un grosso riciclaggio di denaro.

Insieme a Scarano è stata condannata a tre anni e 6 mesi e 4 mila euro di multa con interdizione dai pubblici uffici per 5 anni la commercialista Tiziana Cascone. Loro due e Carmine Malangone (un anno e 10 mesi sentenza definitiva dopo il rito abbreviato) sono gli unici condannati nell'ambito del processo conclusosi ieri davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno. Disposta anche la confisca dei beni fino ad arrivare la somma di 2 milioni e 400mila euro per il prelato di via Romualdo Guarna e scarsi 600mila euro per la professionista.

Nessuna menzione per quello che il pm Elena Guarino aveva definito il «reato a monte», ovvero l'evasione fiscale degli armatori D'Amico e una pioggia di assoluzioni per tutti gli amici di monsignor Scarano che gli avevano dato un aiuto – con assegni da 10mila euro rimborsati in contanti – per estinguere un'ipoteca su un appartamento che l'alto prelato salernitano aveva dato in garanzia. Assolti perché il fatto non costituisce reato.

Ora si attendono le motivazioni anche perché, come abbiamo ricordato, proprio sulla questione degli assegni Malangone, che aveva scelto il rito alternativo, è stato condannato.

Possibile, dunque, che la procura ricorra in Appello.

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