Tornato a Budapest, diede la vita per salvare gli ebrei. Fu torturato e poi ucciso dai nazisti

Stadio Vestuti, una targa per commemorare Geza Kertesz

Fu allenatore dell'Unione Sportiva Salernitana in tre diversi momenti
Michele Masturzo

Domani mattina, in occasione della Giornata Europea dei Giusti dell'Umanità, presso lo stadio comunale Donato Vestuti in piazza Casalbore, l'Associazione di Promozione Sociale "MacteAnimo1919" inaugurerà una targa in memoria di Geza Kertesz, allenatore dell'Unione Sportiva Salernitana negli anni '30 e '40, morto da eroe nel corso delle fasi finali della seconda guerra mondiale. Alla cerimonia, che avrà inizio alle ore 10, in videocollegamento interverrà pure la nipote del tecnico magiaro, Sandra, in rappresentanza della famiglia.

La targa in memoria dell'ex tecnico granata sarà collocata sul muro perimetrale dello stadio Vestuti, nei pressi dell'ingresso lato tribuna. Geza Kertesz, nato a Budapest, ha allenato la Salernitana nelle stagioni 1929/30, 1930/31 e 1940/41. Dopo una brillante carriera da tecnico in molte piazze italiane (Atalanta, Catania, Lazio, Roma) nel 1943 rientrò in patria e fondò una cellula di resistenza contro l'oppressore nazista. Con indosso una divisa da SS e parlando un ottimo tedesco, girò le strade in macerie della sua Budapest per salvare tante famiglie di origine ebraica. Finì davanti ad un plotone di esecuzione, dopo essere stato torturato per 3 mesi nel castello di Buda. Oggi riposa nel cimitero degli eroi della capitale magiara.

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