Le norme sono in parte discutibili

Anche Aci Salerno contesta alcune modifiche al Codice della Strada

Ci sono provvedimenti che creano confusione
Girolamo Budetti

Sono ancora troppi gli incidenti ed i morti sulle strade cittadine. Lo ricorda l'Automobile Club Salerno, commentando le recenti modifiche al codice della strada che contengono elementi discutibili. L'Aci è preoccupata dal fatto che l'applicazione delle nuove norme possa risultare difforme da Comune a Comune, creando confusione negli utenti della strada.

Le norme contestate

Aci sostiene che è un errore, ad esempio, che la durata del giallo debba essere almeno di 3 secondi, perché può creare malintesi e far tarare tutti i gialli semaforici sui 3 secondi, come se fossero tutti uguali. L'individuazione della giusta durata del giallo semaforico deriva, invece, da un calcolo complesso e unico per ogni incrocio, così come all'Aci non sembra corretta anche la possibilità di istallare autovelox perfino sulle strade locali dove vige il limite orario di 30 Km/h. L'autovelox per l'Automobile Club è sicuramente un utile strumento per controllare e limitare la velocità nei punti più critici o pericolosi, ma è viceversa diseducativo l'autovelox diffuso, magari installato per far cassa e nemmeno correttamente segnalato.

Le dichiarazioni

«Ben venga la semplificazione del Codice della Strada e la sua trasformazione in un Codice dei comportamenti -ha sostenuto il Presidente dell'Automobile Club d'Italia Angelo Sticchi Damianiin questa occasione, però, purtroppo così non è. Anzi: ci si muove nella direzione opposta». «Abbiamo il dovere di proporre al legislatore modifiche che possano contribuire a ridurre l'incidentalità stradale e ad assicurare il rispetto del principio del diritto alla mobilità», afferma il Presidente dell'Automobile Club Salerno Vincenzo Demasi.

La deregulation sulle bici

Una particolare preoccupazione meritano, inoltre, tutti i provvedimenti riguardanti le biciclette. L'Automobile Club d'Italia resta contrario alle bici contromano ed alla possibilità che possano transitare sulle corsie riservate al trasporto pubblico. Inoltre – a leggere la proposta – sembra che, in città, basti imporre il limite di 30 km/h e la bicicletta possa fare tutto. Una sorta di "deregulation" della mobilità ciclabile diseducativa. Per non parlare della possibilità data agli operatori ecologici di emettere multe o far rimuovere i veicoli.

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