«E' in atto un'operazione di generale rimozione storica nei confronti dei due "usurpatori" romani. Cessione del club? Sono certo che i trustee opereranno al meglio»

Mezzaroma: «La Serie A e Ribery merito nostro. Qualcuno dovrebbe scusarsi con noi»

L'ormai ex co-patron torna a parlare dei granata a due mesi dall'approvazione del trust
Michele Masturzo

A due mesi dall'approvazione del Trust in un'intervista concessa al Mattino di Salerno torna a parlare di Salernitana l'ormai ex co-patron Marco Mezzaroma.

«Ho visto la presentazione della rosa, Ribéry, le prime partite. Credo che tutto ciò sia merito soprattutto nostro. Se un campione del genere è venuto all'Arechi, vuol dire che abbiamo lasciato un club in grado di fare quel tipo di investimento».

Dopo 10 anni di Salernitana, Marco Mezzaroma ha dovuto rinunciare al club granata proprio quando si sarebbe potuto godere il palcoscenico della Serie A ed una ribalta internazionale. «Siamo stati costretti a operare in binari rigidi fissati dall'esterno. Vedo che in atto ora c'è un'operazione di generale rimozione storica nei confronti dei due “usurpatori” romani. L'80% delle persone che erano solite chiamarmi è sparito, ma fa parte del gioco, non mi stupisce. Va bene così. Sono comunque orgoglioso di poter dire che se non ci fossimo stati noi, non sarebbe stato possibile vivere questa attualità di livello calcistico così alto. Però la gratitudine è sempre il sentimento del giorno prima».

L'ormai ex co-patron, in attesa della vendita del club che porterà denaro fresco nelle tasche sue e del cognato Claudio Lotito, non nasconde un pizzico di delusione, per alcuni atteggiamenti della piazza nei confronti della vecchia proprietà: «Sono sereno e contento di aver dimostrato a tantissime persone che si sbagliavano: se la Salernitana oggi è in A, ha preso Ribéry, è una società sana e pare piuttosto ambita, stavolta per la maggior parte mi arrogo il merito con Lotito. Sul campo c'è poi stato il lavoro di tutti ovviamente, a partire da Fabiani. Spero che anche a lui venga riconosciuto ciò che in tanti anni la maggior parte dei salernitani non ha fatto. Ha dimostrato competenza e vicinanza alla squadra. Era considerato il terzo usurpatore' in una realtà in cui alcune volte sembra che tutto sia dovuto. Tanta gente dovrebbe scusarsi con noi e con lui».

Mezzaroma su alcune uscite (soprattutto del cognato) e su alcune cose che non sono andate proprio come dovevano, fa anche mea culpa: «I modi sbagliati in certi momenti. Alcune cose potevamo farle senza dubbio meglio. I risultati parlano chiaro e sono quelli che contano. Ricordo ancora il refrain del "non vogliono andare in A". La Serie A è difficile, si sapeva. Spero che lo scorso anno abbia insegnato che l'atteggiamento distruttivo non aiuta. Siamo riusciti a salire in A senza pubblico, questo deve far riflettere. Tutto iniziò con il lancio di palloni in campo e le invettive contro Castori. Spero che la piazza possa seguire quello che ho sempre predicato: equilibrio e massima vicinanza alla squadra. Il torneo è appena iniziato, l'ambiente sia costruttivo. Abbiamo, anzi hanno giocato contro squadre che sono in A da una vita».

Sulla cessione del club, sui fondi esteri interessati e sul valore dell'operazione, Mezzaroma, che si considera un salernitano adottivo e continua a reputarsi il primo tifoso dei granata, non si sbilancia: «Non ho possibilità di avere alcuna interlocuzione. So quel che leggo dai giornali. Sono certo che i trustee opereranno al meglio, evitando manovre speculative al ribasso. Di avvoltoi ce ne sono tanti. Mi aspetto di incassare il vero valore della Salernitana. Abbiamo lasciato una società in utile, patrimonialmente solida e con grosse prospettive di crescita. Sarei sorpreso se questo valore non venisse riconosciuto dal mercato».

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