Giocati i minuti rimanenti dopo la sospensione della gara della 32^ giornata per il malore occorso a Ndicka

Roma all’ultimo respiro: Cristante piega l’Udinese al 95′

La squadra di De Rossi vince in extremis: 2-1 il risultato finale. Amara la prima di Cannavaro, i friulani restano a quota 28
Francesca De Simone

La Roma vince in casa dell’Udinese, dopo il recupero dei minuti rimanenti della partita della 32^ giornata, sospesa lo scorso 14 aprile per il malore accusato da Evan Ndicka. Il difensore ivoriano era stato portato in ambulanza d’urgenza al Santa Maria della Misericordia e trattenuto per una notte per essere poi dimesso con maggior serenità e senza conseguenze cardiologiche. Ieri sera si è tornato in campo in Friuli, al Bluenergy Stadium, con l’Udinese che nel frattempo ha cambiato guida tecnica, con il passaggio di testimone da Cioffi a Cannavaro, chiamato al capezzale dei bianconeri. La sfida riparte dall’1-1 maturato dopo il gol di Pereyra, con cui i padroni di casa erano passati in vantaggio al 23’, e la rete di Lukaku, che aveva consentito alla Roma di ristabilire l’equilibrio al 64’. De Rossi la vuole vincere e manda in campo una formazione a trazione anteriore con il trio Dybala, Azmoun e Angelino, alle spalle di Abraham. Inizialmente è l’Udinese a proporsi, rivelandosi più aggressiva: un gran tiro di Lucca costringe Svilar a fare subito gli straordinari, con una super deviazione in angolo. La Roma, però, è sempre in agguato e pronta a colpire, come quando Azmoun approfitta di un’ingenuità di Perez, gli soffia palla sulla trequarti, poi entra in area e scarica il destro, ma Okoye para in due tempi, evitando il corner. Il calcio d’angolo la squadra giallorossa lo conquista comunque poco dopo ed è quello da cui nasce il gol della vittoria in extremis. Lo batte al 95’ Dybala, che pesca Bryan Cristante libero di saltare e colpire di testa. La Roma vince così all’ultimo respiro. Un successo importantissimo per i giallorossi che salgono a quota 58 in classifica. Un’altra pericolosa caduta, invece, per i friulani chiamati al miracolo in cinque giornate per salvarsi.  

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