Nell’aula bunker del Tribunale di Salerno la simulazione di un processo per cyberstalking per i ragazzi dei licei

Il virtuale è reale, processo simulato per i pericoli del web

Anm, Giffoni Experience e Polizia postale insieme per la terza edizione di "Una rete di sicurezza"
Francesca Salemme

“Il mondo reale ed il mondo virtuale sono la stessa cosa”. Lo dice chiaramente il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno Pietro Indinnimeo rivolgendosi alla platea dei ragazzi dei licei Da Procida, Da Vinci-Genovesi e Tasso che questa mattina hanno partecipato alla III edizione di “Una rete di sicurezza” e alla simulazione di un processo penale, organizzato dall'ANM del Distretto di Salerno, in collaborazione con la Polizia Postale e al Giffoni Experience.

Nell'aula bunker del tribunale di Salerno presso la casa circondariale di Fuorni, un centinaio di adolescenti hanno seguito in un silenzio irreale il dibattimento di un caso di cyberstalking e revenge porn che aveva come protagonista una loro coetanea fittizia, Federica, che sui social dove si era iscritta spacciandosi per ventenne aveva incontrato un altro finto ventenne, in realtà un uomo di quarant'anni col quale aveva iniziato una relazione.

I ragazzi, dopo i saluti istituzionali del presidente della sezione salernitana dell'Anm Mariella Zambrano, del managing director di Giffoni Jacopo Gubitosi, e del Dirigente del Compartimento Polizia Postale di Napoli, Maria Rosaria Romano, hanno assistito in religioso silenzio al dibattimento, presieduto dal Giudice Rosaria De Lucia, in cui si sono affrontate il pubblico ministero Maria Benincasa e l'avvocato difensore Arianna Santacroce, hanno ascoltato la testimonianza della responsabile della Sezione Polizia Postale di Salerno, Roberta Manzo e del finto imputato ed hanno capito, attraverso una storia esemplare quanto il digitale avvolga completamente le loro vite.

Coinvolgere, educare e formare i ragazzi a sfruttare le potenzialità del web e delle community online deve andare di pari passo con la lotta al cyberbullismo, alla violazione della privacy altrui e propria, al caricamento di contenuti inappropriati, alla violazione del copyright e all'adozione di comportamenti scorretti o pericolosi per sé o per gli altri.

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