Previsto un doppio ingresso: il primo, da molo Manfredi per sacerdoti, autorità e portatori; il secondo, per tutti gli altri, da lungomare

L’arcivescovo Bellandi spiega la scelta di Piazza della Libertà per le celebrazioni patronali

Previsti 2000 posti a sedere (nel rispetto delle norme Covid). Garantita la diretta tv
Francesca Salemme

"Sarà possibile accedere alla piazza solo per il numero stabilito di duemila persone, che avranno garantito il posto a sedere con il dovuto distanziamento. Coloro che sono in possesso di invito nominativo (sacerdoti, autorità pubbliche, portatori) avranno accesso alla piazza attraverso il varco Manfredi; tutti coloro che intendono presenziare alla celebrazione – fino al raggiungimento della capienza stabilita – entreranno attraverso un varco aperto in corrispondenza del lungomare. Per la sicurezza di tutti coloro che prenderanno parte alla celebrazione è fortemente raccomandato l'uso della mascherina con il possesso del certificato di vaccinazione. Sarà assicurata la ripresa televisiva per coloro che rimarranno a casa". La lettera inviata ai fedeli di Salerno-Campagna-Acerno dall'arcivescovo Andrea Bellandi chiarisce alcuni aspetti pratici relativi al Pontificale di San Matteo, presieduto, alle 18 di martedì 21 settembre, in piazza della Libertà, dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e concelebrato dai vescovi della Campania. La piazza, com'è ormai noto, verrà inaugurata lunedì pomeriggio, per far sì che la festa laica per il taglio del nastro e la celebrazione religiosa del Santo Patrono (eccezionalmente ospitata all'aperto) non si sovrappongano e non causino assembramenti pericolosi sul piano pandemico: «Potevamo limitarci alla consueta celebrazione Pontificale in cattedrale, al mattino, con la presenza limitata al solo clero, alle autorità e a qualche rappresentanza di categorie – ha ribadito l'arcivescovo nello spiegare le ragioni della scelta – ma ho ritenuto, invece, opportuno dare un segno di vicinanza del Patrono (e della Chiesa) all'intera città chiedendo che la celebrazione avvenisse in un luogo che potesse permettere una maggiore affluenza di persone, pur sempre con un numero obbligatoriamente contingentato: duemila posti a sedere, in ogni caso quasi dieci volte tanto di quelli possibili in cattedrale».

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