Bradaric, secondo assist stagionale per Dia

Michele Masturzo

Chiudete gli occhi, riavvolgete il nastro, ricordate Coulibaly che apre sulla sinistra, Bradaric che accelera e mette la palla forte, rasoterra, Dia che irrompe e la scaraventa in porta. Il copione è lo stesso, gli interpreti pure, la scena si era già vista all’Olimpico e si è ripetuta al Meazza. Contro Lazio e Milan il mancino croato ha regalato all’attaccante senegalese due assist al bacio che l’ex Villareal è stato bravissimo a sfruttare. L’unica sostanziale differenza è che in casa della Lazio Bradaric indirizzò il pallone sul secondo palo e Dia segnò in spaccata, mentre sul campo dei campioni d’Italia in carica l’ex del Lille l’ha piazzata al centro dell’area e il suo compagno di squadra ha fatto letteralmente irruzione per scaraventare, sempre scivolando, sempre di destro, la sfera alle spalle di Maignan. I due “cioccolatini” che Bradaric ha regalato a Dia rappresentano indubbiamente i gesti tecnici più apprezzabili compiuti dal ragazzo cresciuto nell’Hajduk Spalato che, però, da un paio di mesi a questa parte ha dimostrato di aver ampiamente superato il necessario periodo di ambientamento in un campionato molto più complicato, intenso, rispetto alla Ligue 1 francese. E questo lo si evince soprattutto dalla sua capacità di tenere il campo, di leggere le situazioni in anticipo, di arrivare sulle seconde palle con determinazione e, quindi, di riproporsi con puntualità nella metà campo avversaria. Bradaric si è rivelato anche molto attento nelle ultime sei gare in cui, nonostante la diffida pendente sul suo capo dopo il quarto giallo stagionale rimediato a Lecce, è riuscito ad evitare di incappare in ammonizioni che avrebbero privato la Salernitana del suo contributo in un momento in cui, con Mazzocchi ancora convalescente, a sinistra in buona sostanza i granata non avrebbero potuto disporre di alternative nel suo ruolo. Oggi Bradaric è nella top ten dei calciatori più utilizzati in stagione da Nicola e Sousa con 1.444 minuti trascorsi in campo in 21 presenze. Non ci fosse stato l’infortunio rimediato in ritiro a rallentarne il processo di crescita, probabilmente il croato avrebbe potuto dimostrare prima il suo effettivo valore.

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